la natura ci fa da specchio

La noce, comunemente inclusa nella frutta secca, è un seme oleoso ricco di proprietà nutritive che esplicano un’azione positiva in diversi processi fisiologici. Vi è mai capitato di guardare la sua struttura e di associarla ai solchi e alle circonvoluzioni cerebrali? Ebbene sì, la natura ci fa questi regali che bisogna cogliere sebbene siano celati.
Per cui è lecito chiedersi: c’è una stretta correlazione tra consumo di noci e cervello? È questo il messaggio che la natura vuole rivolgerci? Gli schemi della Natura sono casuali secondo voi?

Fino a poco tempo fa il consumo di noci nella dieta veniva correlato ad un minore rischio di patologie coronariche, ipertensione, calcoli biliari, diabete, cancro, sindrome metabolica, obesità viscerale, riduzione stress ossidativo ed infiammazione, riduzione aggregazione piastrinica e potenziamento del sistema immunitario (1).
Oggi diversi studi sia sugli animali sia sugli esseri umani ancora in fase di sperimentazione, stanno ponendo in correlazione il consumo moderato di noci nella dieta con gli effetti benefici sulle funzioni cognitive. È stato visto, infatti, come un consumo pari al 6% di noci nella dieta negli animali invecchiati poteva essere correlato ad un miglioramento delle prestazioni psicomotorie, una riduzione dell’aggregazione di proteine poli-ubiquinate nella regione dell’ippocampo, responsabili dei processi neuro-degenerativi, ed un aumento dei processi autofagici che facilitano la clearance neuronale.
Le noci potrebbero essere efficaci nel rallentare il declino cognitivo legato all’età e migliorare la memoria ed avere un ruolo protettivo nella morte cellulare mediata da LPS (lipopolisaccaride) e dopamina, nonché un ruolo nella riduzione delle placche amiloidi responsabili del morbo di Alzheimer (1).

Cosa vuol dire questo?

Introdurre nella dieta un quantitativo pari a 28-30 g di noci al giorno potrebbero prevenire i processi neuro-degenerativi e favorire il ricambio neuronale di proteine e strutture non più utilizzabili, per cui il cervello migliora la sua capacità di ripulirsi da cellule, organelli, proteine degenerate o potenzialmente dannose e ridurre la formazione di aggregati proteici che potrebbero danneggiare le funzioni cerebrali.
Le noci rappresentano una fonte di triptofano, amminoacido precursore della serotonina, per cui un aumento delle concentrazioni di serotonina possono proteggere contro stati di ansia, depressione e migliorare la memoria. Contengono inoltre composti neuro-protettivi come la vitamina E, acido folico, melatonina, acido linolenico e numerose componenti polifenoliche (1).
Le innumerevoli qualità intrinseche delle noci possono svolgere diverse funzioni essenziali in diverse condizioni fisio-patologiche, contengono naturalmente composti bioattivi essenziali per l’organismo.

Perché assumere integratori quando è possibile integrare tali composti biodisponibili in modo naturale?
Infine l’assunzione di noci è stata associata significativamente ad un miglioramento delle funzioni cognitive sia basali che globali quali memoria, flessibilità cognitiva e velocità, difatti studi su un campione rappresentativo di giovani adulti sani, hanno evidenziato piccoli miglioramenti attribuibili al consumo di noci che potrebbero tradursi in importanti risultati applicabili come strumento di prevenzione nelle popolazioni che invecchiano (1).

Proviamo, dunque, ad ascoltare la natura, guardare ciò che ci circonda con occhi diversi, un bambino guarda con attenzione i dettagli e chiede sempre il perché di ogni cosa, chiediamoci il perché la struttura di questi semi sia cosi simile all’organo per eccellenza, consumiamo con moderazione quotidianamente questo splendido seme oleoso dalle innumerevoli quantità.

1. Pribis, Shukitt-Hale. Cognition: the new frontier for nuts and berries. (The American Journal of CLINICAL NUTRITION) (https://goo.gl/99bSxa)